12 dicembre 2006

Strage di prezzi

Il marchio di pelletteria Oxus festeggia oggi il suo anniversario più importante...anche gli "impossibili" vogliono rendere omaggio a questo perfetto connubbio tra imprenditoria e gestione delle risorse tutta italiana il cui ideatore e human resources, l'uomo che ha ideato l'innovativa campagna promozionale è lo stimato professionista Hagen Roi...un marchio che ha fatto strage e oggi festeggia uno dei lanci più riusciti che si presentò nelle piazze italiane con l'impatto di una bomba quel lontano ma mai dimenticato 12 dicembre 1969...la memoria ci porta poi immediatamente ad un'altra data storica per il marchio e cioè il 28 maggio 1974 dove avviene un altro importante lancio che si deve alla sagacia e lucidità del nostro Hagen Roi e sicuramente dei suoi amici di un tempo che oggi si chiamano Gucci, Laura Biagiotti, Luciano Soprani, Gianmarco Venturi e in passato anche Valentino e Antonio Marras.

10 dicembre 2006

Il Boia è morto

"Una gran nube nera si eleva dal Palazzo in fiamme. Il Presidente Allende muore al suo posto. I militari uccidono migliaia di persone in tutto il Cile. Il Registro Civile non annota i decessi, in quanto non c'è spazio sufficiente, ma il generale Tomás Opazo Santander afferma che le vittime non superano lo 0,01 per cento della popolazione e ciò non è un alto costo sociale, e il direttore della CIA, William Colby, spiega a Washington che, grazie alle fucilazioni, il Cile sta evitando una guerra civile. La signora Pinochet dichiara che il pianto delle madri redimerà il paese.
Occupa il potere, tutto il potere, una Giunta Militare di quattro membri, formati nella Scuola delle Americhe, a Panama. Alla testa c'è il generale Augusto Pinochet, professore di Geopolitica. Suona musica marziale sullo sfondo delle esplosioni e delle mitraglie: le radio emettono bandi e proclami che promettono ulteriore sangue, mentre il prezzo del rame si moltiplica per tre, immediatamente, sul mercato mondiale..."

(Da "Memorie del Fuoco" di Eduardo Galeano)


1.Nessuno di voi quando era piccolo bruciava intieri formicai con la benzina?
Erano atti inconsulti che si compivano per puro gusto e mancanza di tatto, e di cui poi in età ormai matura ci si pentiva incondizonatamente, vergognandosi un poco di se stessi...si sa quante sciocchezze e inutili cattiverie possano compiere i bambini...

2.Oggi alla notizia della morte del dittatore impunito, Augusto Pinochet, la Casa Bianca ha dichiarato che "il nostro pensiero va a tutte le vittime e alle loro famiglie di quel triste e difficile periodo che fu la parentesi della presidenza di Pinochet in Cile"... per la serie avere la faccia com e il culo.

Trovatelo voi se ci riuscite un nesso tra il punto 1 e il punto 2

Note a margine:
Il dittatore 91enne muore oggi, 10 dicembre, nella giornata internazionale dei "diritti umani" nonchè nel giorno dell'84º compleanno della degna consorte...noi non crediamo nel gioco del lotto come forma di "approvvigionamento" di un paese democratico...ma se qualcuno volesse aprofittarne...

5 dicembre 2006

Dalla fine del regime all'inizio del regime

que cuosa facciuamo megliuo...la rivoluziuone o il regiuime

"Putin è buono perchè non è comunista!
Putin va bene perchè è un nostro alleato!
I Ceceni di merda che prima erano dei poveracci che venivano mandati nei gulag da quel "mascalzone" di Stalin adesso sono tutti terroristi."

Gruppi che lottano per i diritti umani in Cecenia, tra i quali Amnesty International e la Memorial Society del Human Rights Centre (HRC) di Grozny, confermano ciò che la giornalista russa Anna Politkovskaya, uccisa il 7 ottobre scorso, ha innumerevoli volte affermato e per cui si è sempre battuta: la Cecenia è oggi sotto il regno del terrore; la stessa giornalista definì infatti la repubblica caucasica "un inferno in terra".
Sul bollettino informativo del Consiglio delle Organizzazioni Non Governative (NGO Council) pubblicato su Livechechnya.org si continuano a leggere casi di detenzioni arbitrarie, violenze, rapimenti e abusi dei diritti umani nei confronti della popolazione civile.
L'NGO Council parla anche delle cosiddette "operazioni speciali" praticate dalle forze di sicurezza governative: gruppi armati entrano con la forza nelle case dei civili, sequestrano le persone e le detengono per alcuni giorni, molte di queste poi scompaiono per sempre, quelle che vengono invece rilasciate riportano segni di violenza e torture.
Come riportato anche da un rapporto di Human Rights Watch diffuso due settimane fa, le persone rapite e detenute illegalmente sono spesso parenti o conoscenti dei sospettati terroristi ceceni ai quali si cerca di estorcere informazioni con la violenza, altri sono invece semplici civili ai quali si costringe di ammettere dei crimini che non hanno mai commesso.
La Memorial Society rivela anche il ritrovamento di fosse comuni e corpi (o ciò che resta di loro) con evidenti segni di tortura; i cadaveri vengono spesso mutilati per rendere i corpi irriconoscibili.
Mentre i gruppi umanitari denunciano le violazioni dei diritti umani e le sparizioni dei civili (secondo il monitoraggio della Memorial Society -che copre solo il 25-30% del territorio ceceno- dal 2002 sono state rapite 1948 persone di cui 685 sono state rilasciate, 189 uccise, 1040 sono ancora scomparse e 34 sotto processo), il premier ceceno filo-russo Ramzan Kadyrov puntualmente smentisce ogni accusa giustificando le operazioni militari con la lotta al terrorismo ceceno ed il presidente russo Vladimir Putin ritiene che la guerra in Cecenia sia ormai terminata continuando a fare affermazioni ottimistiche riguardo al suo piano di "normalizzazione".
Anche le operazioni anti-terroristiche russe, nonostante l'uccisione di alcuni esponenti dei gruppi separatisti, non hanno però represso la resistenza cecena. Al contrario, come riportato dall'agenzia di stampa inglese Reuters, le continue operazioni militari russe fomentano l'odio dei separatisti e spingono anche la popolazione più moderata a prendere parte ai gruppi armati e appoggiare l'insurrezione.
Continuano infatti i bombardamenti dell'esercito russo soprattutto nella zona sud del territorio ceceno dove tra le montagne e la fitta boscaglia si pensa si possano nascondere i gruppi terroristici.
L'agenzia di stampa Reuters riporta anche le gravi condizioni della società cecena: l'80% della popolazione è disoccupata, le ferite di guerra gravano sull'economia e sulla vita quotidiana e le strutture politiche sono affette da un alto tasso di corruzione. Durante la guerra il 100% delle industrie e l'80% delle strutture sociali cecene sono state distrutte. I tentativi di far rifiorire l'economia sono stati bloccati dagli scontri tra i ribelli ceceni e le milizie governative.
L'NGO Council informa anche sulle preoccupanti condizioni sanitarie nel paese, soprattutto riguardo all'aumento dei casi di tubercolosi. Le persone decedute a causa della malattia negli ultimi dieci mesi sono infatti 228 (e questi sono solo i dati ufficiali). La situazione può diventare catastrofica se si pensa che non esiste ancora un programma funzionante per prevenire l'espandersi della malattia e i medici affermano che un paziente in queste condizioni può infettare dalle 20 alle 50 persone.
L'NGO Council spiega anche la preoccupante situazione dei profughi ceceni residenti nelle repubbliche vicine. Il governo russo continua da anni a chiedere il rientro dei profughi ceceni. Attualmente nei territori confinanti con la Cecenia risiedono molti profughi in condizioni di vita precarie: le persone vivono spesso senza alcuna assistenza e senza servizi per i bisogni primari, i bambini spesso non possono andare a scuola perché non accettati dalle scuole locali e gli adulti sono spesso privati del diritto di lavorare. Per di più le associazioni umanitarie accusano il governo russo di aver tagliato i fondi per gli aiuti umanitari, il rifornimento di energia elettrica, gas e acqua al fine di indurre i profughi al rientro forzato.
Coloro che decidono di rimpatriare vengono ospitati nei cosiddetti TAC (Temporary Accomodation Centers) che, secondo quanto affermato dalle organizzazioni non governative operanti nel territorio, non sono affatto una soluzione migliore.
E' di qualche giorno fa la notizia riportata sul bollettino dell'NGO Council riguardo al taglio della fornitura di riscaldamento nel centro di accoglienza temporaneo di Grozny. Ciò comporta, oltre ai normali disagi, il rischio di epidemie per malattie causate dal freddo. Nel TAC di Grozny vivono circa 2.000 persone.
Altra notizia riportata dall'NGO Council è quella riguardante gli abusi e le minacce subite dalle famiglie di nazionalità cecena residenti nell'area di Astrakan da parte degli abitanti della zona. Le famiglie cecene vivono qui in un vero e proprio stato di assedio, ogni giorno ricevono minacce di violenza fisica e vengono istigati con ricatti al rimpatrio forzato.
Le innumerevoli denunce alle autorità locali e persino le lettere inviate direttamente al presidente Putin, nelle quali lo si invitava a provvedere per la loro incolumità, sono rimaste senza risposta.
Tra i diritti umani violati c'è anche la libertà di espressione. Secondo la Memorial Society la popolazione cecena ha paura a parlare dei rapimenti e degli abusi subiti. Secondo un'indagine a Grozny, l'80% dei residenti non è disposto a raccontare la propria esperienza.
Inoltre, come riportato dall'agenzia di stampa Reuters, alcune ONG per i diritti umani si sono viste rifiutare il rinnovo del permesso per operare nel territorio ceceno a causa dell'entrata in vigore di una nuova legge.
Il Cremlino sostiene che l'obiettivo di questa legge sia quello di fermare i gruppi terroristici che potrebbero usufruire delle organizzazioni come copertura, ma le ONG pensano si tratti solamente di una nuova strategia per interdire il loro lavoro e censurare l'informazione.
Anche i giornalisti e i reporter scomodi vengono eliminati e spesso le indagini sulle loro morti rimangono irrisolte. Il Dipartimento di Stato Americano afferma che negli ultimi 6 anni sono stati uccisi 13 giornalisti in Russia. Con l'assassinio della giornalista russa Anna Politkovskaya, il 7 ottobre scorso in Cecenia e nel mondo intero abbiamo perso un altro importante portavoce della verità.

SONO UN RE E UN DITTATORE

1 dicembre 2006

Il diavolo veste Prada

Se puoi contare le foglie di quei giardini
se puoi contare
tutti i pesci grandi e piccoli
in quel fiume che scorre davanti a te
e se puoi contare tutti gli uccelli nel tempo delle migrazioni
dal Nord al Sud
e dal Sud al Nord
allora ti prometto che io conterò
i martiri del mio paese
Kurdistan

Il pastore tedesco si toglie le babucce rosse e entra nella moschea blu
sorride, stringe le mani...
Il pastore tedesco torna a casa accolto dall'Europa come il riconciliatore
Un grand'uomo una grande personalità un grande papa
Finalmente la Turchia può entrare in Europa
e il popolo curdo può uscire dalla storia DEFINITIVAMENTE!

" Credo che questa satira volgare nasconda una punta di vigliaccheria: si bersaglia un uomo che non può difendersi per la natura stessa della sua alta missione. Certo, i diritti della satira sono fuori discussione, ma la satira ha anche dei doveri che si incontrano con il diritto dei cittadini a essere rispettati nei sentimenti più profondi. Mi chiedo se oggi c'è bisogno di una satira che offende il paese. Ne risente il sentimento stesso della democrazia. "

-Lasciatela stare dove sta
-La democrazia
-In un`altro mondo
-senza di voi