22 febbraio 2007

Sandino Vive

"Sandino Vive! - La Lucha Sigue"
Sono passati 73 anni da che, quello che sarebbe stato uno dei tanti dittatori genocidi della storia del continente LatinoAmerica, assassinó il GENERALE DEGLI UOMINI LIBERI.

Augusto Cesar Sandino a differenza del suo assassino oggi é ancora vivo e il suo esempio di lotta segue illuminando la via a quanti cercano di combattere qualsiasi forma di imperialismo, sembra giusto una missione per gli impossibili.

L’uomo della meseta nato a Niquinhomo, un piccolo paesello del piccolo Nicaragua, con un esercito di piccoli folli, cacció gli invasori dalla sua terra e rifiutó qualsiasi compromesso in cambio del riconoscimento della libertá e del diritto a decidere con la sua gente del destino del suo paese…
La storia non ci da delle risposte sul futuro del mondo e la storia del Nicaragua ci insegna che pochi anni dopo Sandino sarebbe stato ucciso da un traditore della libertá e del suo stesso paese, la storia peró ci consegna degli esempi…degli esempi da imitare.

Gli impossibili lanciano perció la campagna TUTTI COME SANDINO perché ognuno di noi faccia quello che lui ha fatto e cacci l’ímperialismo o semplicemente il nemico dal suo paese, dalla sua cittá, da casa sua, dal suo letto o da sotto il calorifero.

PATRIA LIBRE O MORIR
VENCEREMOS!

http://www.sandinovive.org/sandino/sandino-bio0.htm

Forse la magia di Augusto César Sandino sta nel fatto che non rappresenta l’eroe tipico, lontano e irraggiungibile. Nei murales, il volto meticcio deve essere colorato di marrone, non di arancione come si fa coi bianchi, e i suoi tratti regolari non denunciano nessuna bellezza cinematografica. Ha il volto segnato di qualunque contadino centroamericano. Il cappello, poi, bianco alato con una striscia alla base, è quello di tutti i lavoratori che si recano al lavoro, sotto le stelle mattutine. Sandino è un eroe, non un mito, e per questo lo troviamo molto più vicino a noi. Non una vita stupenda né cinematografica, ma l’eterna esistenza degli umili. La sua grandezza è la sua ribellione. Sandino imparò a dire di no ai nordamericani in Messico, coi rivoluzionari di quel paese, e vide che si poteva mantenere la dignità e la vita contemporaneamente. Forse, il gesto più significativo della sua vita fu dire di no al padre. Volano via in questo episodio terribile tutti i trattati di psicoanalisi e di sociologia prodotti dai nostri scienziati. Il padre, uomo semplice e tranquillo, che segue gli ordini del governo senza riflettere, va dal figlio a dirgli: “Arrenditi”. La frase deve essere stata ancora più comica, dato il nome di Sandino: “Augusto César, arrenditi!”. E Sandino, che è sicuro dei suoi ideali, manda a quel paese suo padre e i generali che gliel’hanno mandato. Sandino è uomo libero, è “il generale degli uomini liberi”, e gli uomini liberi sono un esercito di straccioni, donne e bambini, che lo seguono per le montagne del Nicaragua. “Qui non si arrende nessuno!” gridano con le bandiere sandiniste sporche del fango e rotte dalle intemperie. Sopra di loro, il cielo stellato di Kant e del Nicaragua. Sandino abbraccia gli uomini, non gli dà la mano. Fa parte delle sue credenze spiritiste. Sandino porta con sé l’aura della dignità. A un certo punto, per sempre, Sandino diventa la dignità dei centroamericani. Un uomo buono e deciso, testardo e tutto d’un pezzo come può indovinare il tradimento di uno dei più malvagi uomini politici dell’America Centrale, il servo Anastasio Somoza? Avvolto nella sua dignità, Augusto César Sandino va incontro alla morte. Lo uccidono di notte, sotto il cielo pieno di stelle, e la sua dignità resta sospesa, come un’aura sopra la testa dei suoi uccisori. Conoscere la storia di questo eroe semplice è imparare cosa è il Centroamerica e dove scorrono le sue arterie più nascoste, le sue “vene profonde”, là dove la gente ricorda e recupera il suo statuto di umanità.

Per gentile concessione di Dante Liano
O forse no

2 commenti:

Capitan Trip ha detto...

...e se il nemico del tuo paese è il tuo paese?

Anonimo ha detto...

cambia paese prima che paese cambi te